Per la Libertà, ci vuole coraggio! | |
di Pietro Reina | 4/12/2014 |
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![]() Le cronache nazionali dei giorni scorsi sono state prevalentemente caratterizzate dalle occupazioni di case popolari, dalla reazione dei legittimi assegnatari ed infine da qualche sgombero forzoso effettuato dalle forze dell’ordine e dalla immancabile resistenza violenta dei soliti noti (centri sociali e clandestini organizzati). In questa vicenda la Politica è comunque la prima ad essere sul banco degli imputati, non solo perché dalle sue decisioni derivano le leggi ma anche perché essa ha il sacrosanto dovere di controllare sull’applicazione delle leggi che essa stessa “confeziona”. Dunque, in questo disastro, risulta doppiamente responsabile. Anche nel momento dell’emergenza, la Politica comunque non c’è. Lo abbiamo abbondantemente capito in questi giorni grazie alle solite dichiarazioni di rito di cui la più gettonata è: “… non vogliamo alimentare una guerra tra poveri”, come a dire “… non mi voglio inimicare nessuno … ho altro da fare”. La prima conclusione che si può tirare da queste vicende è abbastanza triste. E’ ormai chiaro ai più che nel momento dell’emergenza e dell’estremo bisogno, il cittadino italiano non può più contare sull’appoggio incondizionato ed immediato dello Stato. Più in generale questo è ormai uno Stato che non ha più reazioni perlomeno verso i soprafattori ed i violenti. La seconda conclusione è conseguente alla prima e cioè che uno Stato di siffatta natura non serve alla stragrande maggioranza dei cittadini. E’ solo un costo, rappresenta la negazione di diritti fondamentali, è di impedimento per uno sviluppo armonico della società. Appurato tutto ciò, ci sentiamo di suggerire quanto segue: prima che sia troppo tardi, prima che la logica del sopruso prevalga, prima che altre logiche figlie di culture che non ci appartengono dettino legge nelle nostre terre, prima che la gente si arrabbi veramente e scenda in piazza vogliosa di vendetta verso chi si fa eleggere e poi scappa e verso chi pretende di distribuire giustizia ed invece arreca danni alla propria Società, è necessario prendere in seria considerazione la mobilitazione di massa al fine di cambiare radicalmente questo Stato e renderlo più vicino al comune sentire dei suoi cittadini. E se da qualche parte bisogna pur iniziare, coloro che sono ai vertici di istituzioni importanti possono dare un decisivo avvio. A mio modo di sentire è giunta l’ora che Maroni, anzi il Governatore della Lombardia, Roberto Maroni, metta in atto la tanto promessa trattenuta del 75% delle imposte e delle tasse pagate dai Lombardi e lanci, il governatore, il tanto promesso sciopero fiscale. Per la verità ci siamo un po’ stufati di vederlo affaccendato attorno all’Expo ed altre amenità amministrative. Nello stesso momento il Governatore del Veneto, Luca Zaia, mandi alle urne i Veneti per verificare se c’è la voglia di scrollarsi di dosso Roma, vada avanti e se ne freghi dei veti del governo; La Catalogna insegna. Senza coraggio e senza iniziative non si arriva mai a niente. Pietro Reina |
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