 Non è un gioco di parole: quello dei poteri forti non è uno “strong power”, ma è “soft”. Vuol dire che quando Lorsignori, grembiulino e compasso, dispongono delle nostre vite e del nostro futuro non lo fanno (ancora) facendo rollare i cingolati o srotolando filo spinato per recintare i nuovi Gulag. I poteri forti si impongono “condizionando”, vale a dire facendo passare le loro scelte per nostre. Di mezzi per farlo ne hanno in abbondanza, visto che quasi tutti i media sono al loro servizio. Con un meccanismo pseudo-religioso i poteri forti indicano i loro intoccabili Tabù, che nessuno, o quasi, osa violare. Chi chiama le cose con il loro nome è “politicamente scorretto” e immediatamente sanzionato dal biasimo dei sacerdoti televisivi, alla Santoro o alla Lerner. Davanti al loro alto magistero scorrono i divieti rituali: non parlare male dei grandi poteri finanziari sionisti; non osare dire che esiste una lobby gay; non mettere in discussione il multiculturalismo; non rivendicare le tue radici e la tua appartenenza etnica, etc etc Le nuove maledizioni sono: omofobo, xenofobo, antisemita, razzista, fascista ... La loro attività missionaria sono le campagne per i diritti umani, rivisitati a modo loro, e fatte per propagare la religione del mondialismo. Non è un’esagerazione: i poteri forti, se si scava, coincidono con una sorta di nuova chiesa orizzontale, i cui “fedeli” ubbidiscono senza nemmeno sapere di essere stati laicamente battezzati e indottrinati. L’invito, anzi, il comandamento unico di questa gerarchia di predicatori al servizio della Nuova Sion bancaria è semplice, ma, in realtà, per nulla chiaro ed evidente, e recita pressappoco così: «Se vuoi vivere tranquillo, accodati e porta il tuo cervellino all’ammasso, ma in maniera molto, molto “soft”». In fondo, per dirla in maniera poco politicamente corretta è un gran presa per il culo che la massa inebetita prende per oro colato. Così, per giocare all’anticonformismo, ci si conforma al non pensiero implicito e ai suggeritori inconsci pagati per impedirci di essere noi stessi. Agilulfo |