Dallo schifo all’Ira. Contro l’analfabeta politico | |
di Giuseppe Reguzzoni | 22/11/2013 |
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![]() La politica fa schifo. O meglio: la politica in Italia fa schifo. Vorremo dire: “a Roma”, ma non è che Milano o Torino se la cavino molto meglio. È innegabile. Fanno schifo i politici e fanno schifo quelli che li celebrano, i pennivendoli e i mezzibusti televisivi al loro servizio. Fanno schifo le flotte di auto blu e le prebende milionarie che gridano vendetta davanti ai suicidi dei piccoli imprenditori. Fanno schifo i dirigenti più pagati d’Europa a fronte di sei, sette milioni di disoccupati. Fanno schifo lo sprezzo e la spocchia con cui ci considerano una loro colonia fiscale. A loro va bene così. A loro va bene che ci faccia schifo. A loro va bene che più gente possibile se ne stia lontana. E come se ci dicessero: ci sporchiamo noi per voi, lasciateci fare; avete ragione, giratevi da un’altra parte, emigrate con la testa e col cuore ... tanto il vostro voto non conta nulla, premete il tasto destro o il tasto sinistro: è la stessa identica, cosa. Lasciate fare a noi ... E, invece, bisogna reagire, ma non come dicono loro. La libertà che loro ci lasciano è un guinzaglio, più o meno lungo. Il guinzaglio va tagliato e le dita non devono premere i loro tasti, quelli tra cui ci dicono di scegliere, ma quelli che ci indicano la ragione, il cuore e la coscienza. E forse non sono solo tasti quelli che occorre premere. Rileggiamo Brecht, quando ci sentiamo sconfortati. Rileggiamo il vecchio, caro, compagno Bertolt Brecht, per tornare a imparare che l’ira dei giusti non deve spegnersi. Rileggiamolo e rendiamolo attuale, riempiendolo dei nostri desideri e della nostra indignazione, e non accettiamo l’analfabetismo politico in cui la Casta vorrebbe precipitarci. Giuseppe Reguzzoni L'analfabeta politico Il peggiore analfabeta Bertolt Brecht |
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